Dopo gli anni di esperienza passati nei Cutting Edge, Martin Smith (voce e chitarra), Stu-G (chitarra), Tim Jupp (tastiere), Jon Tatcher (basso) e Stew Smith (batteria) decisero di buttarsi "on the road" a tempo pieno.
La band venne ribatezzata Delirious?, e le sessioni in studio per l'incisione del disco di debutto, King of Fools, cominciarono nei primissimi mesi del 1996.
Migliore - anche in virtù della scelta stilistica più appropriata - fu il piazzamento del secondo singolo, Deeper, un brano brit-pop rilasciato nel mese di maggio e classificatosi 20°.
Ma il consenso maggiore arrivò con il rilascio dell'intero album: a giugno, infatti, King of Fools si piazzò 13° nelle "charts" degli album, sfiorando per poco l'ingresso nella Top 10.
In séguito venne estratto un terzo e ultimo singolo: Promise, brano british rock, entrato in classifica al 20° posto, proprio come Deeper.
Con King of Fools i Delirious? assunsero una certa notorietà mediatica. L'emittente televisiva MTV ebbe a recensire che in King of Fools "risuonano gli echi degli U2 degli anni '80 in un rock moderno e spirituale". Quelli di Amazon si sbilanciarono definendo i Delirious? "i nuovi U2" e affermando che "mai vi fu un album al tempo stesso così rock e così passionale". Ciò che faceva notizia era anche la 'natura' della band: era rarissimo, infatti, che un gruppo cristiano ottenesse un tale successo in termini di vendite.
Con alle spalle il repertorio dei Cutting Edge, i Delirious? avevano una buona gamma di validi brani d'affiancare alle nuove canzoni.
Fra concerti indoor e open-air, i Delirious? trascorsero tutto il 1997 "on the road" ed ebbero modo di suonare anche al Wembley Stadium (occasione in cui venne registrato il videoclip di Sanctify).
Venne inciso, a conclusione del tour britannico, un disco dal vivo: lo splendido d:tour Live 1997.
Buona parte del 1998 fu dedicata alla promozione di King of Fools negli USA. Rilasciato a maggio '98, la versione americana dell'album conteneva un brano in più: Louder than the radio. Il successo, in termini di vendite, emulò quello ottenuto in Gran Bretagna: 13° posto nella "albums chart" statunitense. Un risultato brillante e insperato, a cui andò ad aggiungersi la "nomination" per i prestigiosi Grammy Awards.
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