Commenti e valutazioni si riferiscono unicamente all'aspetto musicale.
2. Now is the time
Inizio in totale disequilibrio: batteria troppo pomposa sul cantato troppo soft. La canzone decolla soltanto al secondo ritornello, entrando poi in un coinvolgente finale.
3. Solid rock
Rock (per lo meno nel titolo) con forti influenze hip-hop. O viceversa. La partecipazione di TobyMac dà un'ulteriore accentuazione rap a questo insolito brano. L'ascolto è sconsigliato ai puristi.
4. All this time
Le strofe sono cantate in maniera molto soft, con Martin alternato a Stu-G. I ritornelli animano il brano, ma al secondo giro cominciano a farsi seccanti.
5. Miracle maker
Una ballata di crescente intensità. Inizia lagnosamente, ma superato il primo ritornello viene proposta una buona trama di arrangiamenti, cori e uno splendido assolo di chitarra.
6. Here I am send me
Brano rockeggiante e divertente.
7. Fires burn
Sezionando il brano, potremmo dire: buone le strofe, soprattutto per l'atmosfera creata; male i ritornelli, piatti e poco fantasiosi; buono, infine - e per quanto possa contare - , il bridge.
8. Our God reigns
Se dal 2003 in avanti ogni album dei Delirious? deve avere il suo pezzo puramente e marcatamente worship, questo lo è. Generosissimo lavoro di arrangiamento.
9. Love is a miracle
Simpatico brano pop-gospel con tendenze hip-hop. Bel sound. Senza infamia e senza lode.
10. Paint the town red
Un brano di radici brit-pop che si orienta al punk-rock. Di breve durata ma carico di caos e divertimento. Un po' come Song 2 per i Blur.
11. Take off my shoes
Una lenta ballata rock, intensa e scorrevole, che cresce col passare dei minuti per sfociare in un finale paradisiaco. La chitarra elettrica è la vera protagonista della canzone.
12. I'll see you
Un brano acustico, semplice e disimpegnato, che ricorda (molto) il sound degli U2 e (un pochino) quello di Enya. In posizione di chiusura non stona affatto.
Breve panoramica dell'album. Ci troviamo di fronte a un disco particolare, certamente apprezzabile ma comunque ancora lontano dai migliori Delirious?. Interessanti sono le influenze hip hop e gospel presenti - in varia misura - in buona parte dei brani. A livello di composizione melodica, per contro, vi sono delle lacune. Non tutti i pezzi riescono a convincere pienamente. Sembra che le geniali intuizioni degli anni '90 - quelle che hanno caratterizzato King of fools, Mezzamorphis e i classici dell'epoca Cutting Edge - siano ancora lontane. A coprire tali mancanze ci pensa, almeno in parte, il generoso lavoro di produzione. The Mission Bell rappresenta comunque un passo in avanti rispetto al mediocre predecessore World Service.
Nessun commento:
Posta un commento