Commenti e valutazioni si riferiscono unicamente all'aspetto musicale.
1. Kingdom of comfort
Inquietudine e speranza s'intrecciano in un brano passionale e angoscioso. Alternative pop vagamente psichedelico.
2. God is smiling
Canzone in linea con gli standard dei "nuovi" Delirious?, quelli di Rain down e Now is the time. Niente di nuovo, insomma.
3. Give what you've got
3. Give what you've got
Una bella canzone tipicamente british rock. Le chitarre elettriche vengono lasciate andare a ruota libera, alla Oasis maniera.
4. Love will find a way
Si sviluppa con ottimi intrecci strumentali fra tastiere synth, chitarre e sezione ritmica. Il bridge, prima del finale, è paradisiaco.
5. Eagle rider
È puro brit-pop. Di classe. Aumenta d'intensità col passare dei minuti. La linea di basso è particolarmente coinvolgente. Idem gli intrecci fra chitarra acustica e chitarra elettrica. Non è un brano immediato; si fa apprezzare col tempo.
6. We give you praise
L'immancabile brano worship. In altre parole: un inno di chiesa. Il quale, in un disco rock, pesa come un macigno (sui marroni). Canzone sorella di Majesty e Our God reigns.
7. How sweet the name
Ninnananna a base di piano e voce. C'è solo il rischio di svegliarsi sul finale, quando viene fatto un po' di fracasso con le distorsioni.
8. Wonder
Brano pop-rock con ottimi arrangiamenti. Bella costruzione melodica nelle strofe, ma debole nei ritornelli. E manca di assoli. Peccato: sarebbe potuto essere un singolone.
9. Break the silence
Un marcante riff di chitarra domina da cima a fondo la canzone. La linea di basso pompa le strofe, la voce è distorta, i ritornelli sono esplosioni ritmiche.
10. Stare the monster down
Richiama vagamente i Muse. Divertente il bridge, con Stu-G in totale distorsione sopra l'indiavolata sezione ritmica.
11. All God's children
Una ballata worship con influenze alternative. Nella seconda metà del brano viene dato spazio a cori che però non offrono particolari contributi. Dura il solito minuto di troppo.
12. My soul sings
Tutto il brano - una ballata - si poggia su un riff di chitarra limpido e delicato. Batteria e basso fanno giusto il resto. La linea vocale, libera e rilassata, s'intreccia alla perfezione ai cori dei ritornelli. Atmosfera sublime.
Breve panoramica dell'album. Non c'è che dire, Kingdom of comfort è un album che regge, e regge alla grande. Dopo un paio di dischi lacunosi - soprattutto World Service del 2003 - i Delirious? hanno infine ritrovato quella vena compositiva, caratteristica in particolare dei loro primi due album, che sembrava oramai irrimediabilmente perduta. I brani proposti in questo disco sono solidi e ben costruiti. A livello di sound, il brit-pop e il rock sono tornati prepotentemente protagonisti, pur con tutte le influenze synth e alternative tipiche dei Delirious?.
Kingdom of comfort, insomma, è promosso a pieni voti: album omogeneo, energico e coinvolgente.
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