martedì 18 settembre 2012

Dal palco allo stereo. Intervista 2002

È bello, dopo dieci anni, tornare a spolverare qualche chiacchierata fatta con i componenti dei Delirious? e constatare che quanto detto - o progettato - è stato effettivamente mantenuto negli anni a seguire. Esempi? There is an angel, esclusa dall’album Touch, è stata riperscata per il “greatest hits” pubblicato nel 2009. Rain Down, niente di più di un motivetto regolarmente “accennato” nei concerti, è diventata una delle canzoni-simbolo della band. Per capire di cosa stiamo parlando, vi lasciamo alla lettura di questa bella intervista targata 2002. 

Siamo in compagnia del frontman dei Delirious?, che ci parlerà dell’ultima pubblicazione della band: il doppio CD live Access:d. Com’è nato questo disco? 

M. Smith: Siamo molto fieri di questa registrazione dal vivo. Tutto è nato da una conversazione che ho avuto con Matt Redman. La scorsa primavera era in tour in America e mi ha detto che secondo lui dovremmo registrare delle canzoni dal vivo per mostrare alla gente che i nostri pezzi non sono soltanto una cosa rock, ma potrebbero anche essere suonati in chiesa. Abbiamo quindi cominciato a registrare otto dei nostri concerti in America, poi abbiamo inciso anche a Londra e in Sud Africa. In studio ci siamo addirittura sorpresi di quanto materiale avessimo fra le mani. Ne siamo davvero felici. 

Access:d è stato pubblicato con un imballaggio speciale, nel pieno stile dei Delirious?. Cosa ne pensi del risultato? 

M. Smith: È forte, no? Secondo me è davvero bello. Siamo sempre pronti ad apportare modifiche al nostro stile, tanto per la musica quanto per le confezioni. Talvolta ci lavoriamo fino all’ultimo momento. Alla fine vuoi solo che il risultato sia ottimo. Sì, credo sia ben fatto: doppio CD, involucro in latta, adoro anche le foto. 

Con quali criteri sono state scelte le venti tracce incluse nel doppio CD? E, fra queste, qual è la tua preferita?

M. Smith: È un lavoro difficile scegliere, lo so. Secondo te abbiamo scelto bene? Comunque è sempre un grande investigare. Ma posso dire che le canzoni di chiusura dei due CD (History Maker e Investigate, n.d.r.) suonano straordinariamente bene. Inoltre mi piacciono molto le parti di worship spontaneo. Ma in fin dei conti, non saprei di preciso cosa scegliere. Oggi l’ho ascoltato troppe volte. Mi piace un sacco.

Passiamo allora ai lati negativi: quali problemi avete avuto nella registrazione? Ci sono stati degli intoppi?

M. Smith: Certo. Mi ricordo per esempio una versione di My Glorious in cui abbiamo avuto problemi di ritorno del suono, ed è stato come se cantassi in un’altra tonalità. Quella registrazione oggi è naturalmente morta e sepolta.

Con il recente disco-raccolta Deeper, avete proposto nuove versioni dei vecchi classici della band. Queste nuove versioni vengono suonate dal vivo anche in Access:d. Risuonerete mai gli arrangiamenti di prima?

M. Smith: Non direi. Sembrano passati tanti anni. Non si sa mai, forse potremmo tirare fuori qualcosa che in futuro diverrà una nostra canzone, ma in questo momento siamo intenti a comporre al meglio i nostri brani di modo che si possa veramente andare avanti.

Cosa ne pensi del fatto che i media secolari britannici spesso e volentieri vi respingano, eppure in un modo o nell’altro riusciate ancora a figurare nelle classifiche di vendita?

M. Smith: Beh, è una vita appassionante, no? Giusto il fatto di sapere che la nostra musica sia nelle librerie cristiane o che ci sia della gente che l’apprezzi per noi è sufficiente. Ma normalmente tendo a pensare al futuro. Penso sempre che siamo sul punto di poter sfondare e che per farlo abbiamo bisogno di buone canzoni. È come un grande viaggio, no?

E a che punto vi trovate, in quanto band, in questo viaggio?

M. Smith: Attualmente siamo arrivati al punto in cui ci piace più che mai suonare assieme e fare le cose che facciamo. Abbiamo il fuoco dentro. Ci piace suonare davanti a un pubblico di credenti fra le mura di una chiesa esattamente come ci piace andare in tour con Bon Jovi e Bryan Adams e fare loro da gruppo-spalla. Siamo una sorta di strano mix. Credo che il nostro prossimo album rifletterà tutto questo. 



Parliamo ora delle vostre ultime pubblicazioni. Quest’anno – 2002 – avete rilasciato ben tre lavori: Touch (disco-clone di Audio Lessonover?), Libertad (versione spagnola di Cutting Edge) e Access:d (doppio CD live). Tre album in pochi mesi. Un calendario di diffusione un po’ bizzarro, non trovi?

M. Smith: Non direi, perché ognuno di questi dischi è indirizzato a un mercato diverso. Touch è destinato unicamente al pubblico nord-americano
(che non ha avuto accesso ad Audio Lessonover?, n.d.r.), perciò non ha niente a che vedere con l’Inghilterra. Tra l’altro sono molto contento di questo album. Il disco in spagnolo è logicamente per un mercato che non è quello del nostro paese. E il live, inizialmente concepito per l’Inghilterra, potrebbe avere una buona diffusione anche altrove. Staremo a vedere! 

Audio Lessonover?, rilasciato lo scorso anno, è di fatto il vostro ultimo album di inediti. Quest’anno avete pubblicato Touch, che è una rielaborazione di Audio Lessonover?. Fra le modifiche attuate, tre canzoni sono state modificate: Waiting for the summer, Love in the compass e la vecchia Touch (b-side del 1997). Perché? 

M. Smith: Waiting for the summer è un remix completo. La prima versione non ci piaceva. Love is the compass invece è la versione demo. L’ho sempre preferita rispetto alla versione che compare in Audio Lessonover?. Il fatto è che avevamo un produttore molto forte (Chuck Zwicky, uno che ha lavorato con Madonna, Prince e Semisonic, n.d.r.) e ha insistito che la mettessimo in quel modo. E infine Touch penso che sia una grande canzone: aveva proprio bisogno di essere rispolverata. Sono entusiasta per come è uscita!

Uno dei migliori brani di Audio Lessonover? e Touch è l’intima ballata Angel in disguise. Questa canzone parla di un avvenimento o un personaggio che ha avuto un particolare impatto su di voi?

M. Smith: Sì, è una storia attuale. Un po' di tempo fa abbiamo conosciuto un amico che ha cominciato a frequentare la chiesa e si è convertito. Questa canzone parla in effetti della sua vita che prima del contatto con Dio era molto fragile, e di come ha potuto conoscere il suo angelo in incognito. È una bella canzone, molto delicata e resa particolare dalla parte centrale, un po’ funky, suonata con l'oboe.

Alcune canzoni presenti in Audio Lessonover? sono state escluse da Touch, fra cui una che in molti consideravano la migliore: There is an angel.

M. Smith: Abbiamo fatto una sorta di votazione su queste cose per rendere l’album più conciso. Ciò vuol dire inevitabilmente perdere qualche brano. Ma può darsi che la canzone in questione verrà ripresa altrove. Comunque mi piace molto There is an angel.

Oltre ai CD, avete in programma di pubblicare anche dei DVD?


M. Smith:
Per ora non abbiamo niente di pianificato poiché la cosa, allo stato attuale, è molto costosa, e non siamo molto sicuri che questo sia il momento opportuno per farla. Dobbiamo giusto attendere un po’ e vedere come vanno le cose.


Terminiamo la riesumazione dell'intervista con il videoclip di Take me away, singolone del "doppio album" Audio Lessonover? e Touch nonché grande protagonista musicale dei Delirious? degli anni 2001-2002.


Fonte intervista: Pure Christian Music, 2002.

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